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La storia di Dressers

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Love1

Slogan e Logo

Dressers nasce ufficialmente il 26 marzo 2011 anche se il progetto era in cantiere da quasi un anno prima. L’idea iniziale era di aprire una libreria “alternativa” (case editrici indipendenti ecc.). Tramite amicizie in comune la voce arrivò ad Elvio di Coolness che mi contattò chiedendomi se fossi interessato invece ad aprire un negozio. Tra una chiacchierata e l’altra il negozio venne aperto da me e altri 2 soci in Via Alba 46/48 nel quartiere Appio Latino. Si può affermare che inizialmente fosse quasi un “club”, frequentato quasi solo da amici e conoscenti, considerando anche i tempi in cui l’unico social esistente era Facebook e cosi farsi conoscere non era così facile, dalla nostra avevamo la passione per la musica britannica e la militanza sulle gradinate…. Possiamo realmente definire la nostra clientela dell’epoca un’elite. Mi viene in mente un aneddoto divertente: il giorno dell’apertura, vista la grande partecipazione e la medesima quantità di alcool, un passante esordì dicendo: ”penso stiano aprendo un bar che vende magliette”. Lo Store aprì come “Brand Ambassador” di ONETrueSaxon , una delle marche top dell’epoca per poi evolversi nel tempo arrivando vendere tutte le marche della nostra scena, dalle ‘80s come Fila, TacchiniEllesse alle più moderne come CP Company passando da Barbour e da marchi auto prodotti in Italia come Pharabouth, The Coolness Society e Terraces a quelle inglesi che sono nate nello stesso modo: Weekend OffenderPeaceful Hooligan su tutte.

 L'anniversario del 2013 made in Italy Music for the People

Il nome è ciò che ti identifica e quindi resta e resterà sempre la cosa più difficile da scegliere, che sia un negozio un brand o altro, dieci anni fa il mondo era già pieno della dicitura «casual» quindi bocciammo quasi subito l’idea di accostarci a questa parola, la scelta fu dura ma poi leggendo il retro del noto libro «casual» di Phil Thornton ci venne l’ispirazione, il riassunto recitava infatti: «Dopo Teds, Mods, Rockers, Hippies, Skinheads, Suedeheads, Punks verso la fine degli anni settanta in Inghilterra apparve un nuovo trend. Gli adepti di questa sottocultura facevano parte delle gangs violente affiliate al football. Si vestivano con abbigliamento sportivo griffato (spesso rubato) facendo apparire come dei dinosauri i bootboys di qualche anno prima. Venivano chiamati Scallies, Perry Boys, Trendies o Dressers ma il nome che rimase fu Casuals» e cosi scegliemmo Dressers (i primi a farlo…), ad oggi un nome che tutti conoscono, ma per anni ci rimaste il dubbio se fosse corretto dato che di questa parola non c’era altra traccia al mondo se non in quel riassunto, i dubbi rimasero fino a quando non uscì proprio il libro «dressers» sui tifosi del Motherwell alla cui stesura partecipo anche Matt Johnstone (in foto), autore oltretutto del libro «Saturday is service day». Questo sinonimo del termine “Casual” nasce con l'abbinamento dei marchi come Farah (Slacks) o i pantaloni cord" Lois Jumbo" ai maglioni a V Lyle and Scott ed agli altri brand dell’epoca, fornendo così un aspetto colorato che è stato spesso definito "Dressers".

Con Matt Johnstone Il Libro Casuals Da Coolness a Milano

La scelta del logo ce lo suggerì un noto quadro … Il rapporto tra linguaggio ed immagine, ovvero tra rappresentazioni logiche ed analogiche, è un tema sul quale Magritte gioca con grande intelligenza ed ironia. In questo caso, guardando l’immagine di una pipa e leggendo la scritta sottostante che dice: "questa non è una pipa", la prima reazione è di chiedersi: "ma allora, cosa è?". Il sottile inganno si svela ben presto, se si riflette che si sta guardando solo un’immagine, non l’oggetto reale che noi chiamiamo "pipa". Magritte, anche in questo caso, tende a giocare con la confusione tra realtà e rappresentazione, per proporci un nuova riflessione sul confine, non sempre coscientemente chiaro, tra i due termini. Essere e Apparire, o essere e non apparire… assolutamente geniale, la pipa che a qualcuno non aveva convinto a noi ci stregò … Infatti Fred Perry all’inizio propose come logo per il suo brand una pipa (che amava fumare), ma la sua spalla imprenditoriale Wegner lo persuase dall'idea. Un richiamo troppo selettivo, secondo l'austriaco, che avrebbe escluso dall'acquisto del brand l'utenza femminile, da sempre meno incline al fumo della pipa, per noi invece rappresenta in un’epoca di frenesia ed immediatezza, un elogio alla lentezza. Uno fra tutti è il fumare la pipa, gesto che nell’immagginario collettivo è spesso associato ai pensatori concentrati e ad uno stato di profonda riflessione. Il commissario Maigret e il suo creatore Georges Simenon, Ernest Hemingway e J. R. Tolkien ma anche Albert Einstein, Orson Welles e Giorgio Gaber... L’effetto tranquillizzante viene anche, oltre che dall’abbassamento della pressione causato dal fumo, dalla lentezza dei gesti di rito, eseguiti ad ogni preparazione. Simbolo di classe ed eleganza, così anglosassone, era fatta: Dressers e la Pipa, che poi mixammo al noto simbolo della royal air force, scelto molti anni fa dal movimento mods ! Di tutti i brand che abbiamo venduto da qual lontano 26/03/2011 la cosa che ci ha reso orgogliosi è stato vedere i ragazzi della nostra città e del resto della penisola indossare i nostri prodotti…

Il quadro di René Magritte Fred Perry

Parallelamente all’attività del negozio abbiamo scritto per anni anche la webzine "Style Wars", Il numero “0” usci il 29 giugno 2010, numero abbastanza scarno e di sole 14 pagine. Nonostante una impaginazione semplice e non moltissimi contenuti, piacque fin da subito, probabilmente perchè in Italia non venivano più prodotte fanzine a causa dell’ avvento di internet, che le aveva di fatto sostituite con i blog. Via via che i numeri uscivano le pagine aumentavano ed anche i consensi ,fino ad arrivare alle 60 pagine del 38° numero , ed ultimo (per ora…) Ricordiamo anche 5 interviste a Style Wars: Profilo Basso Fanzine, FeverPitch, sapeur blog, futura.fm e un blog Sudamericano. Possiamo affermare che S.W. abbia dato un input a nuove fanzine e blog pensati in maniera diversa. Quello che non trovo di style wars ad oggi è la mancanza di contenuti ad uso esclusivo dell’immagine. Ad esempio il “Saturday’s best” che noi facevamo imponeva a chi ce lo inviava di indicare Nome, Squadra, Gruppo musicale ed a volte qualche aneddoto. Oggi è tutto molto più veloce, e senza leggere si scorrono gli outfit con la velocità di un click.  Ci siamo poi fermati a causa del poco tempo disponibile, cosi alla fine anche noi abbiamo deciso di iniziare a scrivere un nostro Blog, ironia della sorte!

i nostri shortsStyle wars Uno dei nostri maglioni

In 10 anni portiamo sulle spalle tutto quello che è stato. Sicuramente l’atmosfera che si è respirata in tutte le feste degli anniversari a cui hanno partecipato veramente molte persone, l’esperienza di Style Wars, di cui possiamo ricordare le interviste a John King e Phil Thornton ad esempio.. l’esperienza lavorativa e l’importanza acquisita per aver venduto praticamente tutti i brand importanti delle  sottoculture che a noi piacciono. Come rimpianto quello di non essere finito sul DVD di Cass Pennant “Casual”, quando lui venne con il suo assistente a trovarci a negozio, le riprese vennero affidate a quest’ultimo che, da bravo scozzese era totalmente ubriaco, e finì per rovinare l’intera intervista fatta… . Per il futuro abbiamo in mente, fedeli al nostro stile, di continuare ad essere un negozio di ricerca, inserendo brand poco conosciuti, le nostre produzioni per quanto sarà possibile resteranno “made in italy”  e sicuramente di qualità, viviamo in un epoca di massificazione e globalizzata dove si produce per poi distruggere, cercheremo nel nostro piccolo di combattere questo trend con le nostre idee e la qualità dei nostri prodotti,

Dressers: British style, Italian mind. 

Per i nostri prodotti clicca qui

Cass Pennant e Carlton Leach La festa del 2018Nell'anno di grazia 2019

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